La Comunità Monastica di Camaldoli fu fondata mille anni fa da san Romualdo, che scelse questo luogo splendido circondato da folte selve di abeti come luogo di ritiro e meditazione, riconoscendo alla cura del bosco un’importanza tale da divenire parte della regola dell’ordine.
Nel 1012, infatti, il monaco benedettino  eresse in un luogo montano chiamato Campo Amabile, l’attuale Eremo di Camaldoli, le prime cinque celle ed un piccolo oratorio. Successivamente il monaco riorganizzò a mo’ di ospizio, una già esistente struttura realizzata pochi anni prima dai monaci di Prataglia. Tale struttura si trovava poco più a valle dell’Eremo, l’attuale Monastero di Camaldoli.
Le sue due case, il sacro Eremo e il Monastero, immerse nella pace della foresta, rappresentano due dimensioni fondamentali dell’esperienza monastica, la solitudine e la comunione.

Il millenario Eremo di Camaldoli si trova nell’omonima località, in provincia di Arezzo a 1100m slm.
Si trova all’interno del Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi ed è raggiungibile a piedi dalla Fattoria dell’Autosufficienza con un lungo e bellissimo trekking.

Più di mille anni fa così una foresta di abetine ha accolto i monaci eremiti di Camaldoli che hanno contraccambiato con altrettanta cura e devozione che l’hanno resa una dei complessi forestali più affascinanti e suggestivi del Parco tanto che è stata segnala come Sito di Interesse Comunitario (SIC) all’interno del progetto di Rete Natura 2000 dell’Unione Europea.
Tra le emergenze naturalistiche, oltre alle plurisecolari fustaie di abete bianco, risalta la Buca delle Fate, una cavità isolata di origine tettonica immersa nell’abetina di Camaldoli, e posta tra l’abitato di Badia Prataglia e P.gio Rovino, che conserva specie animali troglofile, come i pipistrelli, di grande valore conservazionistico.
Elemento di interesse storico è invece il Castagno Miraglia, vicino a Camaldoli, un esemplare di oltre 400 anni.

Oggi l’eremo di Camaldoli è uno dei due polmoni con cui respira la comunità monastica ivi presente: a poca distanza l’uno dall’altro sorgono infatti il monastero e l’eremo, i cui monaci appartengono alla stessa comunità, vivono la stessa regola, ma seguono stili di vita in parte diversi, dando maggior spazio alla vita comunitaria presso il monastero e privilegiando il raccoglimento personale presso l’eremo.
I monaci che vivono all’eremo sono attualmente nove.

L’eremo, interamente cinto da un muro di sasso, si affaccia sulla strada con un portone, attraverso il quale si accede al cortile interno. Dal cortile si possono visitare:

-la foresteria, dove vengono accolti ospiti e pellegrini;
-la chiesa, con il coro monastico;
-l’antica cella di San Romualdo, oggi inglobata nell’edificio della biblioteca, che mantiene al suo interno la struttura tipica della cella eremitica: un corridoio che si snoda su tre lati, custodendo al suo interno gli spazi di vita del monaco, la stanza da letto, lo studio, la cappella. Questa struttura “a chiocciola”, oltre ad offrire riparo dalle rigide temperature invernali, simboleggia il percorso interiore del monaco che cerca di entrare in se stesso;
-la sala dell’antico refettorio o capitolo.
Una cancellata separa il cortile dalla zona più interna riservata esclusivamente ai monaci che vivono in piccole celle separate.

Sia presso il Monastero che al Sacro Eremo è presente l’Antica Farmacia dei monaci, si può far rifornimento di tisane e caramelle. Sono inoltre in  vendita prodotti di bellezza, creme,  oli essenziali e balsamici, e il famoso liquore Lauro: tutti prodotti con la ricetta originale ed esclusiva dei Monaci Camaldolesi.

Assieme al Santuario della Verna è uno dei luoghi più mistici ed affascinanti di tutto il Parco.