Il monte Fumaiolo con i suoi 1407 m s.l.m. è la vetta più alta dell’appennino cesenate.
Situato tra Romagna, Toscana e Marche è facilmente raggiungibile dalla Fattoria dell’Autosufficienza.
Confina poi col monte Aquilone e il monte Comero.
L’origine di questo massiccio è sicuramente marina, ma non si è formata in loco, ossia fa parte di quelle “rocce alloctone” che sono traslate fino all’attuale posizione nel corso di milioni di anni, così come San marino e Perticara.
È infatti un’antica scogliera marina di calcare misto ad arenaria e, proprio grazie a questa composizione, a tratti porosa e a tratti impermeabile, dal Monte Fumaiolo sgorgano numerose vene d’acqua.
Secondo un’ipotesi sembra che il nome stesso derivi da “fiumaiolo” : terreno da cui originano molti fiumi..
Una seconda teoria invece fa risalire il nome Fumaiolo dal termine “fumo”, poiché la sua vetta e le sue pendici sono spesso sovrastate da un pennacchio di nubi, le quali sembrano levarsi in cielo dalla vetta del monte; terza e forse non ultima ipotesi sostiene che il nome sia dedicato alla vecchia attività dei carbonai che sfruttavano le ampie foreste circostanti per la produzione di carbone.
Tornando ai fiumi qui vengono alla luce il Tevere, “fiume sacro ai destini di Roma”, la sorgente del Marecchia che attraversa tutto il riminese, e il fiume Savio a quota 1.126 metri dove nasce col nome di “Fosso Grosso”, poi, nel suo tortuoso percorso di 90 chilometri, il fiume bagna le zone di Montecoronaro e Verghereto, dove prende il nome di Savio, le località di Bagno di Romagna, San Piero in Bagno, Sarsina, Mercato Saraceno, Cesena, fino a sfociare nel mar Adriatico in località Lido di Savio, ed è così un’ importantissima risorsa d’acqua della Romagna.
Anche il fiume Tevere sgorga dal massiccio a quota 1.268 metri in mezzo ad un bosco di faggi e prosegue il suo percorso bagnando l’abitato di Balze. Dopo aver lasciato le terre di Romagna, il fiume attraversa la Toscana, l’Umbria e il Lazio dove, in prossimità di Ostia, si biforca in due rami che sfociano nel mar Tirreno, dopo un percorso di 406 chilometri.
La ricchezza di vene d’acqua ha contribuito alla crescita di una rigogliosa vegetazione composta principalmente da querce, faggi, castagni, abeti e da alcuni alberi secolari. Per quanto riguarda la fauna, la zona è caratterizzata dalla presenza del lupo, del capriolo, del daino, del cinghiale e di rapaci come l’aquila reale.
Il Fumaiolo è famoso per le sue imponenti foreste di faggio, che si possono attraversare grazie a una rete di comodi sentieri transitabili a piedi e in mountain bike (vedi trekking consigliati); è inoltre una delle vette più affascinanti dell’Appennino Forlivese-Cesenate per lo scenario che lo caratterizza: dalla cima del monte Fumaiolo, e dal vicino Pratone della Briglia, si può godere difatti di un panorama a perdita d’occhio su buona parte della penisola, dalla riviera romagnola alle colline toscane (fino al monte Amiata), dalle vette dell’Appennino marchigiano (Alpe della Luna, monte Nerone, monte Catria) alle colline umbre e tutta la dorsale nord appenninica (monte Falco, monte Falterona) fino a Corno alle Scale.
Nelle giornate invernali più limpide si distinguono ad occhio nudo le vette innevate delle Alpi e si può vedere chiaramente la curva della riviera romagnola fino alla laguna di Venezia.
Tutta la zona è soggetta a vincolo paesaggistico.
Infine la zona è dotata anche di impianti di risalita e piste per il fondo e da discesa, la stazione sciistica è attrezzata per snow-board, spine, tubing e passeggiate con le ciaspole. Alcuni rifugi offrono la possibilità di noleggio sci, scarponi e mountain bike.
La rupe della Moia e le pareti delle rocce che sovrastano il paese di Balze sono utilizzate inoltre dagli amanti del free climbing.

Foto dell’amico Ettore Roverelli.