Abbiamo sempre pensato che zappare, vangare ed erpicare fossero operazioni necessarie per la preparazione di un orto, ma questo video ci dimostrerà che non è così.

Il signor Charles Dowding coltiva alimenti biologici da oltre 30 anni con il metodo “No-dig Gardening”, letteralmente “Giardinaggio senza scavare”. Si dice infatti convinto che questo favorisca il lavoro e la generazione di batteri “buoni”, mentre l’interferenza prodotta dalle escavazioni riduca le sostanze nutritive del terreno. Questa tecnica, ampiamente diffusa in permacultura, prevede la distribuzione di compost sulla superficie del suolo, simulando così le foglie che cadono dagli alberi. Degradandosi diventano cibo per vermi e microbi, che a loro volta portano questi nutrienti nel terreno.

Nel giro di un inverno Charles ha trasformato il suo orto in una vera e propria coltivazione biologica che gli permette di vendere i suoi prodotti tutto l’anno anche ai ristoranti locali.

Living with the Land - Parte 5 [sub ITA] - Giardinaggio senza scavare

 

Trascrizione del video

Se lavoriamo con e non contro la natura possiamo interagire con il pianeta in modi vantaggiosi per noi e per la vita che ci circonda. Nell’orticoltura l’elemento chiave è il terreno, il motore del vostro orto. Il metodo biologico e quello “no-dig” sono esempi di approcci alla coltivazione per produrre cibo. Lo scopo della coltivazione non è ottenere raccolti ma nutrire il terreno per le generazioni future.

“No-dig” significa letteralmente “senza scavare”. All’inizio se vuoi puoi anche zappare, non c’è un comandamento che ti vieta di farlo, ma una volta che hai estirpato le erbacce e quindi hai un terreno pulito, il lavoro è molto semplice. Si deve semplicemente nutrire il terreno con del concime organico, che cambia a seconda delle aree geografiche.

Qui ad esempio il compost è il più adatto perché l’Inghilterra ha un clima umido, nei climi secchi è meglio utilizzare altri concimi. In ogni caso si tratta di nutrire gli organismi nel terreno, che se ben nutriti contribuiscono a mantenerlo vivo e fertile, e le loro escrezioni costituiscono cibo per le piante. È un ciclo perfetto che funziona naturalmente. Le radici delle piante traggono nutrimento dal terreno attraverso filamenti fungini come i funghi micorrizici, e non zappare significa non danneggiarli. Lavorando il terreno si spezzano i filamenti fungini, che quindi devono ricrescere. Se si lasciano intatti e si mette del compost sulla terra, si fornisce cibo sia a loro che alle piante.
E i filamenti presenti nel terreno aiutano le piante a nutrirsi, fungendo da estensioni per le radici.
È un sistema perfetto che l’uomo non può migliorare. La natura ha tutte le risposte, siamo noi che
dobbiamo sapere dove cercarle per migliorare.

Il compost, è un materiale ben degradato e decomposto e quindi contiene sostanze nutrienti stabili. A volte mi chiedono se spargerne uno strato alto quindici centimetri non sia eccessivo o innaturale, ma uno strato così spesso serve solo all’inizio. Ogni anno in media ne utilizzo 4-5 centimetri per concimare la superficie, e cioè nutrire il terreno. Se si usa letame fresco si verifica un accumulo di alcuni nutrienti come i nitrati perché non si sono decomposti e stabilizzati nel compostaggio. Se però si lascia maturare abbastanza e cioè un anno,
diciotto mesi o anche due anni, diventa compost.

Coltivare in aiuole è molto pratico perché si creano aree ben definite per coltivare con in mezzo spazi in cui camminare. Secondo me è un metodo efficace, che permette anche di ottimizzare l’uso del compost.

Poi con il tempo ho preferito rimuovere completamente le barriere di legno. Questo è pieno di compost, mentre in quello alla vostra destra ho usato lo stesso metodo ma riempiendolo di terra.

Alcune piante sono diverse, altre uguali. A proposito, questo è il gombo o ocra e questo è lo yacón.
E potete vedere la differenza tra il letto di terra e quello di compost. Le stesse piante, messe a dimora nello stesso periodo, crescono più forti e con foglie più scure e rigogliose.

Quando sono arrivato qui a Homeacres, poco più di due anni fa, ho dovuto fare i conti con molte erbacce perché prima era un pascolo ed è stata un’opportunità per sperimentare. Ad esempio ho potuto decidere di usare strati spessi di compost, anche da 15 centimetri, o teli di polietilene, o qualsiasi cosa che blocchi la luce, perché è quello l’importante nei mesi iniziali quando si devono eliminare molte erbacce. Se si riesce a privarle della luce abbastanza a lungo, alla fine muoiono.

Qui gli animali infestanti principali sono le lumache e usare il compost risolve anche questo problema perché non è l’habitat adatto per loro. E nel frattempo il terreno si nutre e mantiene una struttura fertile e viva e a sua volta produce piante sane e quando le mangiamo ci manteniamo sani anche noi.

Tutti possiamo essere scienziati. I primi scienziati facevano osservazione diretta della natura per capirla meglio e poi applicare le conoscenze così acquisite alla produzione di cibo o altro. Chiunque coltivi un orto può essere uno scienziato, ed è un atteggiamento che incoraggio perché la vera scienza è imparare osservando, provare cose diverse e valutare i risultati nel proprio orto, con il suo terreno e clima, perché ognuno vede le cose dal proprio punto di vista. Perciò siate scienziati e il processo di apprendimento sarà un piacere.

Ci sono troppi detrattori dell’agricoltura biologica che pensano che non possa nutrire l’intero pianeta, e poi tante false affermazioni che giustificano la necessità di usare le modificazioni genetiche. Ma in realtà dobbiamo solamente approfondire le nostre conoscenze e prenderci cura delle piante che già esistono, come ad esempio il cavolo verde. Molti studi hanno dimostrato l’alta produttività della coltivazione fatta in questo modo, con il lavoro manuale e su piccola scala.
Io, per il mio esperimento di coltivazione senza zappare, ho tenuto un registro dettagliato di tutti i raccolti ottenuti dalle due aiuole. Sono entrambe larghe un metro e mezzo e lunghe cinque metri e l’anno scorso ognuna di esse ha prodotto quasi 105 chilogrammi di ortaggi e verdure.

È anche necessario dare spazio a quello che si scopre strada facendo e consiglio a chiunque di non stabilire troppo rigidamente sin dall’inizio quello che si deve fare perché occorre rielaborare il proprio progetto, essere sempre disposti a modificarlo. Inoltre cambia anche quello che si vuole ottenere dalle piante quindi è importante essere aperti ai cambiamenti in corso d’opera.

 

Living With the Land – Vivere con la Terra

Living With the Land è un celebre documentario sulla Permacultura prodotto dalla rivista inglese Permaculture assieme al progetto Permaculture People UK.

living-with-the-landLa traduzione di questo documentario in lingua italiana è a cura della rivista ViviConsapevole.it.

Vi proponiamo su questo sito i nove interessantissimi video sottotitolati in italiano che documentano progetti di successo ispirati dal metodo della Permacultura. Nove esempi che speriamo vi siano d’ispirazione per la realizzazione di piccoli o grandi idee, sia che abitiate in campagna che in città.

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