La permacultura prende gli ecosistemi naturali come modello per orti, fattorie, case e insediamenti.
Lo scopo è di impiegare poco lavoro, avere un alto rendimento e un impatto ecologico positivo.
Ciò è abbastanza semplice, ma il quadro è leggermente complicato perché in realtà ci sono due tipi di permacultura.
Da una parte c’è la permacultura originale, come l’hanno concepita David Holmgren e Bill Mollison nel loro primo libro, Permacultura. È un’imitazione quasi letterale degli ecosistemi naturali.

permacultura-il-buono-il-brutto-e_9319_G[1]Per esempio, il suolo viene disturbato molto poco negli ecosistemi naturali, così la permacultura originale evita di arare i campi e di scavare nell’orto.
Gli ecosistemi naturali generalmente sono molto diversi, per cui favoriamo piante miste, o policolture.
La maggior parte delle piante è perenne: privilegiamo il raccolto perenne, specialmente quello dagli alberi. E così via. Il simbolo della permacultura originale è il forest garden, che è basato sulla struttura del bosco naturale ma con alberi da frutto, siepi e ortaggi annuali al posto di alberi selvatici, siepi ed erba.
Dall’altra parte, c’è la permacultura progettata. Gli ecosistemi naturali sono produttivi e pieni di auto-risorse per via della rete di interazioni benefiche fra le piante e gli animali che li compongono.

Per fare solo un esempio, molte piante si specializzano nell’estrazione di diversi nutrienti minerali dal suolo, che diventano disponibili per altre piante quando le foglie cadono o la pianta muore. Allo stesso modo, possiamo imitare l’essenza degli ecosistemi semplicemente posizionando le piante, gli animali o le strutture in modo che la produzione di uno diventi l’alimentazione dell’altro. Per esempio, se attacchiamo una serra a una casa, piuttosto che costruirla separatamente, essa trae beneficio dal calore incamerato nei muri della casa e la casa trae beneficio dal surplus di calore creato dalla serra. È una situazione win-win, il cui successo dipende interamente da come vengono sistemate le cose.
Quindi la permacultura diventa un fatto di design spaziale.

In teoria potreste avere una fattoria o un orto che sembrano perfettamente convenzionali, senza alcuna delle caratteristiche della permacultura originale, ma si tratta di permacultura semplicemente perché ha tratto beneficio dal processo di progettazione. Ugualmente, un orto non lavorato o un campo non arato potrebbero essere considerati un esempio di permacultura originale anche se la loro disposizione non è mai stata progettata consapevolmente.
In pratica, tutti i permaculturisti mescolano, a livello teorico, entrambi i tipi di permacultura in ciò che fanno, ma senza capirne la differenza è difficile comprendere cos’è la permacultura, lasciando senza risposta la domanda: qual è la differenza fra una permacultura buona e una non buona?

Spirali per erbe aromatiche e hugelkultur

La permacultura non deve assomigliare alla permacultura. Tutti, però, abbiamo un certo desiderio di creare una testimonianza visiva di ciò che stiamo facendo e, a volte, tale testimonianza diventa più importante dell’utilità.
Le spirali per erbe aromatiche sono di gran moda. L’idea di partenza era di costruire una spirale di fango con sassi o qualche altro materiale conveniente, riempirla con il terreno e piantarci sopra le erbe aromatiche. C’era la convinzione che ogni pianta nella spirale, alta o bassa, esposta a sud o a nord, avesse un diverso microclima, sufficientemente diverso per giustificare la semina di erbe diverse in ogni posto.
Per quello che ne so, nessuno ha mai misurato il rendimento o la qualità delle erbe cresciute su un’equivalente area o su un suolo piatto, né ha messo in relazione questi risultati con il tempo, l’energia e i materiali che sono stati usati per la sua costruzione. Questa è una semplice analisi produzione-rendimento, uno degli strumenti della permacultura progettata. Anche senza cifre sembra molto improbabile che l’accrescimento nel rendimento o nella qualità giustifichi il lavoro e i materiali coinvolti.
Oggi c’è la hugelkurtur. In questo caso un cumulo di legno è ricoperto con del terreno per avere un letto rialzato estremamente alto. La teoria è che il legno si decompone gradualmente, rilasciando nutrienti e immagazzinando acqua.
Sono stati ispirati da Sepp Holzer, che li usa nella sua fattoria sulle alture delle Alpi Austriache, dov’è circondato da abbondante legno di bassa qualità e ha un determinato clima con cui fare i conti. Senza dubbio egli ha trovato un equilibrio fra fattori produttivi e rendimento, che è positivo.
Ma le persone dell’emisfero Nord, che lo copiano con entusiasmo, hanno una vaga idea della differenza di rendimento fra un’aiuola a cumulo e rialzata e un normale letto per giardino nella stessa area, o se un tale incremento di rendimento giustifica il lavoro extra o il legno utilizzato?
Ne dubito molto. Lo scopo di queste antiche pratiche ? le spirali per erbe aromatiche, le aiuole a cumulo e rialzate o simili ? non è di ridurre l’intervento produttivo, aumentare la produzione e migliorare l’impatto ecologico.
La motivazione probabilmente varia da persona a persona, ma mi sembra che sia basata sul desiderio di affermare: «Sono un permacultore!» senza una reale idea di cosa sia la permacultura.

Forest garden o niente!

Il forest garden è forse l’icona di tutti i tempi della permacultura. Trae ispirazione dall’affermazione che il modo più sostenibile di coltivare cibo in qualsiasi parte del mondo è quello che più imita la vegetazione naturale, che qui in Europa occidentale è il bosco.
Un forest garden ben progettato può avere un alto rendimento, che arriva per lo più sottoforma di frutta e verdura annuale in primavera. Ma c’è anche un guadagno non materiale, che include la bellezza e lo spazio libero e, una volta che è stato costruito, ha bisogno di meno lavoro di qualsiasi altro orto produttivo.
Ma non è adatto per produrre i carboidrati o le famigliari verdure da cui dipendiamo in estate, autunno e inverno.
Quindi un forest garden sarà l’ideale per alcune famiglie, forse quelle che mangiano molta frutta e che hanno già un fiorente orto di verdure, o dove la priorità è un basso livello di manutenzione. Ma per gli altri potrebbe essere preferibile un diverso tipo di orto che risponda alle necessità della famiglia.
Per trovare quale meglio si addice a voi, fate una lista di ciò che volete dalla terra e il tipo di lavoro che potete offrire. La risposta potrebbe essere o non essere un forest garden. Questa è buona permacultura. La determinazione di avere un forest garden a tutti i costi non lo è.

Una piccola proprietà di terra in permacultura

La buona permacultura spesso non è visibile a prima vista.
Un paio di esempi vengono dalla piccola proprietà terriera di Stuart e Gabrielle Anderson in Bretagna. Il loro porcile è circondato da querce che lasciano cadere molto del loro raccolto proprio lì dentro. Comprano un paio di maiali ogni anno, scegliendo bene il momento dell’anno in modo che l’ultima parte del loro periodo di crescita coincida con la stagione delle ghiande.
Questa tempistica permette che i maiali siano al riparo quando è freddo, oltre che facilitare la conservazione della carne. L’unico svantaggio è che è troppo tardi per avere il terreno ricoperto di ghiande per i maiali dell’anno successivo. Ma la lunga pausa fra un lotto di maiali e l’altro equivale a dire che non c’è una significativa rimanenza o malattia.
Questa è una combinazione di permacultura originaria, che fa uso del raccolto dagli alberi, e di permacultura progettata, che programma l’operazione per avere il massimo beneficio. Non sembra altro che un porcile circondato da alberi, ma i risultati sono meno cibo acquistato, aumentata qualità della carne di maiale e una riduzione nell’impatto ecologico della produzione del grano.
Stuart e Gabrielle hanno anche piantato gli alberi di un futuro forest garden. Gli arbusti e gli strati erbosi ci saranno, ma al momento le pecore pascolano sotto agli alberi, che sono protetti con delle barriere di lana. Questo è il principio di successione della permacultura: le pecore mantengono la produttività della terra mentre gli alberi sono giovani e non ancora in grado di fare frutti.
Ma ciò che non vedrete guardando gli alberi è il lavoro di progettazione che è stato fatto per piantarli. Comunque, la piantina mostra come Stuart abbia calcolato la taglia adulta di ogni albero e poi li abbia piantati così da creare un tetto chiuso in alcune parti e una volta aperta in altre, in modo da permettere alla luce di penetrare fra i cespugli e raggiungere gli strati erbosi. Ogni albero è posizionato con precisione, appoggiato sulla conoscenza della sua eventuale misura, tasso di crescita e necessità di luce.

Niente libri di regole

La proprietà di Deano Martin nel Lincolnshire ha più l’aspetto della permacultura orginaria. La maggior parte è ricoperta con alberi da frutto, che producono un’intera gamma di prodotti che includono cibo per le api, la legna da ardere, il legno, la frutta, il suolo fertile e cibo per le galline. Nel cuore della proprietà c’è un orto tradizionale, che offre una considerevole fornitura di cibo fresco durante tutto l’anno. Ma molto di ciò che lo circonda è un esperimento. Uno degli esperimenti più interessanti che Deano ha fatto negli anni passati riguarda la policoltura, o raccolto misto. Molti dei suoi raccolti misti sono incentrati sul grano, il frumento, la spelta e la segale, che pianta intervallandoli con fagioli, trifoglio e altre piante di sostegno. Ha anche ottenuto semi di grano perenne con i quali ora sta facendo degli esperimenti.

Non c’è niente di casuale in ciò che Deano fa. Ogni pianta piantata, ogni esperimento e ogni tecnica che prova sono altamente ricercati e attentamente pianificati. Legge più libri sull’agricoltura sostenibile di chiunque altro io conosca. Però io non sono sempre d’accordo con lui. Insolitamente per un permaculturista, è favorevole agli scavi. Ma ciò non fa di lui un cattivo permacultore. Al contrario, significa che è qualcuno abituato a pensare da solo, pesa i pro e i contro e prende le sue decisioni. Questo, più che seguire qualche supposto libro di regole, è ciò che lo rende un buon permacultore. Non ci sono libri di regole in permacultura, non ci sono dogmi. Ogni pezzo di terra ha le proprie uniche caratteristiche, come le ha ogni persona. L’essenza della permacultura è di sintonizzarsi con queste caratteristiche e creare un sistema che incontra i bisogni sia della terra che delle persone e fa uso di ciò che ognuno ha da offrire. Il risultato sarà unico in ogni caso.

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